Poesie gattose

di Leopold Persidi

L'autore

Leopoldo De Persio alias Leopold Persidi

Sono nato ad Olevano Romano 04-08-1934 Prov. di Roma (Feudo degli Orsini).
Visitato da pittori romantici europei per tutto l'Ottocento per la bellezza delle donne i loro costumi e il bellissimo, allora, paesaggio. Si dice, che il Dorè, per le sue illustrazioni nella Divina Commedia,si sia ispirato al bosco di querce.
Nella vita, ho dovuto accettare tanti lavori: dalla raccolta di derrate alimentari, al bottaio, falegname-ebanista, verniciatore, commesso-autoradio, commesso-negozio di cartolibreria, barista, cameriere, volantinaggio, venditore di sigarette, figurante nei film di massa e spesso nell'Opera: Carmen di Bizet, Aida di Verdi. Generico-Dignitario, in Rievocazioni Storiche al Colosseo, accanto a Roldano Lupi, figurante nei Romanzi a Fumetti. Sino al 1984, per tanti anni, ho fatto il manovale e il pittore edile, Poi avuto l' infarto non ho potuto più lavorare.
Sono sposato ho due figli: un maschio, Laurea di Dottore in scienze biologiche, e una femmina, Avvocato Civilista che non esercita la professione. Vivono per proprio conto e cerco sempre di non coinvolgerli, sia in aiuti economici, sia di venirmi in soccorso quando ce ne bisogno e questo accade piuttosto spesso.
Ho un attestato di Cineopoeratore ripresa a colori-1956... Ho la Licenza di Scuola Media (serale per tre anni) anni 1960... poi per ultimo ho dato l'esami di Licenza Elementare anni 70-71. Sembra una cosa da non crederci ma si è svolto tutto così. Del resto sono autodidatta: sono appassionato dell'Arte tutta, della Storia, della musica Classica-Operistica, della Letteratura, della Poesia.
Da 14 anni mi occupo di gatti abbandonati, cerco di salvarli dalle diaboliche cattiverie degli esseri umani; non tutti, ma molti di essi, non sono degni di chiamarsi tali, per la loro cattiveria verso questi esseri indifesi. Premetto che in questa mia missione non ricevo aiuto morale, tanto meno materiale d'alcuno, escluso tutto il personale deI Santuario Felino di Torre Argentina. Sorde sono le associazione animaliste, ad eccezione degli Animalisti Italiani, e le autorità preposte... tutto il peso è sulle mie spalle invalido civile all'80/100 con una pensione minima di Euro 368 mensili...
Faccio presente che debbo accudire più di 50 gatti; curarli, sterilizzarli, sfamarli e difenderli legalmente, in cause perse, che durano anni. Le spese legali tutte a mio carico.
Un gattoso saluto da Leopold e i suoi piccoli amici da Roma.

Leopold ci ha lasciati

Nella notte del 12 aprile 2008 purtroppo Leopold Persidi ci ha lasciati. Era uno dei nostri poeti, ci ha mandato parecchie poesie gattose da pubblicare sul sito e gestiva anche una colonia di gatti a Roma. Ci mancherà tantissimo.

Qui sotto le sue testimonianze e le sue poesie.

Testimonianza

Arrivano a centinaia portati dalla sorte e hanno quasi tutti bisogno di cure immediate. Piccoli di pochi giorni di pochi mesi o grandi perché feriti o ammalati.Sicuramente hanno fame perché stremati dalle prove che hanno dovuto superare e sopportare fino a prima di scegliermi. Si perché sono loro che scelgono noi, sono loro che scelgono me. Il destino e il loro sesto senso li portano a me, destino che a volte e' rappresentato da una persona o da un bambino e a volte dal caso. In questi anni tutte le cure possibili sono state usate per quasi tutti i tipi di malattie; dal semplice raffreddore alla più letale ed inguaribile malattia. Si perché queste povere bestiole sono sottoposte a tutti i pericoli, non ultimi la strada, gli abbandoni e i cani lasciati anche loro al proprio destino...
Le medicine usate per curarli sono più o meno le solite dagli antibiotici alle flebo per chi si trova in fin di vita , anche le malattie sono sempre le solite: la rinotracheite, la dissenteria, le malattie della pelle, la leucemia la gastroenterite, i tumori etc. Le malattie sono tante e loro diminuiscono sempre di più, sono sempre più indifesi a tutto ciò che li circonda. Io rappresentante del genere "umano" come tanti altri li rispetto e mi prendo cura di loro ma i tanti altri "umani" sono a volte causa della loro sofferenza.
L'unico aiuto che hanno e' quello che io tento di dargli come posso...
L'unica cosa sicura e certa che posso dargli incondizionatamente e senza limiti e' l'AMORE.
Credo che il rispetto sia l'unico vero sentimento che tutti noi dovremmo sentire, sotto qualsiasi forma esso si esprima. Sono un randagio come i miei piccoli amici,mi sento più simile a loro e
dissimile ai miei simili; perché emarginato,insultato,aggredito da esseri spregevoli che hanno il dono della bestialità. La loro ignoranza a volte raggiunge picchi di crudeltà inauditi. Ma è sempre la pietà e l'amore che vince,e si pone come baluardo in difesa di queste povere creature indifese. Non c'è amore più grande,di quello che si ha,verso questi sfortunati esseri perseguitati.Per un rispetto che debbo a loro li chiamo "Itineranti"e quelli che restano nella mia colonia"Stanziali".E per quelli che muoiono o dispersi ho perso il sonno  e non rimane che un tormentato pensiero d'angoscia.

Leopold Persidi e sua figlia Viviana  (Roma-23-07-2003)

Lettera Denuncia

Non tralasciate le colonie, salvezza e rifugio di queste povere creature; dove avvengono le più spietate discriminazioni e i più acerrimi conflitti. Qui è evidente il razzismo e lo specismo,
non si da tregua alle degne-sensibili persone che difendono, sfamano e hanno cura di questi esseri indifesi. E' l'oltraggio: che non si addice ad una società, la quale si ritiene civile.
Questa società,come Astured dea dei Sumèri, è madre di ogni abominio. Le recrudescenze, le morti accertate o presunte, e sevizie, i maltrattamenti sembrano inverosimili, ma purtroppo sono di una realtà agghiacciante e vigliaccamente crudele... Dovute all'ignoranza, all'avversione, alle discriminazioni,che adulti e non,hanno nei confronti di questi sfortunati animali. Tanto, che i su accennati, aggrediscono con minacce di morte e decisione cruenta di sterminare le colonie.
Adulti che istigano e fomentano "ragazzacci", già predisposti o per emulazione a spedizioni sadiche contro questi nostri piccoli amici.
Attorno regna l'omertà più assoluta, le coscienze più sensibili dormono per paura. Chi ha cura di queste creature, porta viva dentro di sè, un'amarezza di non aver fatto abbastanza per loro.

Leopold Persidi (il poeta gattaro) Roma 03-10-2003

Lacero

Pian piano con le tue zampette felpate,
senza alcun rumore o ch'io ti vedessi,
sei venuto da me,peregrino,a chiedere soccorso.
Lacero smagrito,pieno di paura,hai avuto pietà di me,
mentr'io ti cercavo, con grande ansia,smarrito.
Eri ricoperto di un mantello "logoro di panico",
e una evidente,cospicua, dose di dolore.
Ti ho levato il peso dell'emarginazione
e della solitudine che ti costringeva a celarti,
ho scrollato il fango,della tristezza, che ti ricopriva
scagliandolo sui mortali che ti hanno fatto del male
e sei rimasto vicino a me per consolarmi.
Povero reietto sei approdato da me,
fuggitivo dalle nefandezze dei malvagi schiavizzati,
si sono venduti a basso prezzo alla falsa presunzione
di appartenenza alla specie superiore,
in realtà, illusi, non sono altro che rifiuti.

Leopold  Persidi  Roma.16-03-2007

Ho trovato un tesoro

Non sono rapito dalla contemplazioni celestiali,
ma da sensazioni che m'imprigionano
e mi rapiscono delicatamente
da rimanere sospeso, quasi assente.
C'è qualcosa di più nobile
che spalare i rifiuti di queste povere creature,
per guadagnare la loro fiducia,il loro affetto?
O portarli come carico sulle spalle, sulla testa,
scambiandoci, anche se sporchi, gioendo e ronfando,
i nostri profondi, reciprochi sentimenti?
In loro ho trovato un tesoro!
Il proponimento è il divenire:
"andate e donate a loro le mie carezze,
dolcemente abbracciateli e ditegli da parte mia,
che sono tra le creature che amo di più al mondo".
Sono la consolazione della mia anima,
che per la gioia esce fuori da me,
per vedermi dignitosamente confortato
e alleviato dalle pene.
Sono come rondini in terra,
che volano in alto per la mia contemplazione.
In questi attimi la mente è "astratta" dalle cose terrene,
volo come rondine in cielo,toccato da contentezza
e perfetta grazia.
Destato dallo stupore
per la profonda commozione dell'animo,
senza ardore o esaltazione
ritorno alla dimensione reale degli affanni;
non tra canti epici e solenni,ma tra quelli "epicèdi"*
funebri della predestinazione.

Leopold  Persidi Roma. 29-12-2005

*Canto corale funebre, nell'antica Grecia.

La mia colonia felina

Come l'Aurora, piange al mattino
Il suo figlio morto ucciso d 'Achille
Così anch' io, piango ogni giorno
I miei piccoli amici che non ci sono più.
Mi sento più simile a loro e dissimile ai miei simili
E se qualcuno di essi soffre e muore, mi addolora
Soffre tutto il mio essere e muore una parte di me.
Amano incamminarsi dalla colonia- avanti, indietro
A me da presso, nella valle del fiume Aniene
Giocano, si rincorrono, mi fermo, si fermano
Mi muovo, si muovono qualcuno dei più piccoli piange
Si sente smarrito, lo chiamo, l'aspetto
E poi tutti insieme sostiamo su dei massi di tufo.
Seduto, mi salgono sulle spalle, sulle ginocchia,
sulla testa, in un abbraccio continuo, si alternano gelosi
per ricevere un sussurro,una carezza è una gioia
e il tiepido sole del mattino e della sera, che ci riscalda,
vedendoci gioisce.

Leopold Persidi Roma 10-12-2001

Secondo Premio Letterario Anna Maria Salerno
Roma Ediz. 2001/2002 Sezione poesia

Un gattino abbandonato

Come posso dir di no ad un gattino abbandonato?
L' accolgo, lo riscaldo, lo nutro.
Mi commuove il pianto accorato,
è sempre l'amore che prevale e mi lega,
dolce è la magia di questa creatura smarrita
profonda è la pietà che mi pervade,
resto commosso e felice
e come d'incanto mi perdo.
Piccola creatura
Come visione appari agli occhi miei.
Non hai più le tenere cure della tua mamma.
Posso abbracciarti,asciugare il tuo pianto,
posso nutrirti e consolarti,
poi col tempo diventeremo amici
in una perfetta affinità.
Ora riposa, dormi, sogna beato
Sono vicino a te, non sei più solo.

Leopold Persidi Roma 29-05-2002

Premio Fedeltà ANNA MARIA SALERNO
Roma 28-04-2004 (sezione poesia)

Poveri Poveri Figli

Vengono immolati nei cimiteri
negli altari, nelle messe nere,
seviziati, uccisi, come altri animali,
nei laboratori di vivisezione.
Vengono abbandonati, rifiutati, espulsi;
lasciati a morir di stenti in balia dei soprusi,
dell'indifferenza, della cattiveria, del sadismo.
In ogni luogo: dentro le case,
sulle strade, nelle campagne.
Con ogni mezzo, viene perpetrato
l'olocausto in massa,della specie.
Tragico oltraggio! Povere creature.
Vergogna per noi,che quasi nulla facciamo,
per alleviare le loro pene e salvarle
dalle morti certe e cruente.
Per dileggio del fato, della cattiva sorte,
sono in balia di gente infida,
astuta e senza scrupoli.
Emerge nel sommo delle cose negative,
l'acuirsi della cattiveria umana
e il degrado della società.

Leopold Persidi Roma 06-11-2003

Come stracci

Quante notti insonni per vegliare su di loro,
appena affacciati alla vita subito
sono stati strappati dal petto, dalle
amorevoli attenzioni, della mamma
e buttati come stracci in mezzo alla strada.
Hanno ancora gli occhi chiusi,non sentono,
con pietà e amore dono loro le prime cure.
Faccio quello che può fare un surrogato
di mamma, li alimento con il biberon.
sono come bambini, piangono continuamente
non soltanto per fame, ma spesso perché
bagnati di pipì.
Ansietà premurosa per strapparli alla morte,
è tutto vano; lei viene, uno alla volta se li porta via.
forse pietosa verso questi miseri figli,
rispettosa per i miei sentimenti d'amore.
Lacerato dal pianto, come padre,
che sta perdendo i suoi piccoli figli,
come benevolo re, senza sudditi,
che ha perduti, per sempre, i figli del suo popolo.
Tutte le piccole vite si sono spente,
non ho potuto difendere
una candela accesa nella tempesta.

Leopold Persidi Roma 04-08-2004

Pietà

Se non ti perdi nella carità
e soavemente nell'amore,
se non hai pietà per le povere creature
chi avrà pietà di te, chi ti soccorrerà,
chi avrà un po' di amore per te nella sventura?
Miseri figli, nulla gli è stato dato,
se non una vita miseranda piena d'inganni.
Destinati a morire soli senza conforto
in un desolante abbandono.
Strappati dal calore e dall'affetto delle mamme,
deportati,abbandonati senza pietà,
"da furtivi" di notte come ladri,a morire da me.
Incoscienti non sapevano, ignari, che nulla potevo,
poiché la morte aveva decretato la loro fine.
E' soltanto un rinnovarsi degli affanni
e l'acuirsi del nuovo, non unico, dolore.
a poco a poco io mi spengo e sento di morir con loro.
Poveri piccoli vengono aditati
da brutali malattie falciati, come fossero
lembi della mia carne e portati via.
La mia anima è forte, ma il mio corpo
è lacero e stanco,messo alla prova
da colpi aspri, continui, repentini.
Il disagio è duro senza condizioni,
arranco e mi dibatto in mezzo a tanto dolore,
con struggente pietà mi abbandono allo sconforto
piango e grido, dio, dio, che non esisti,
tu che lasci senza sollievo e non porti misericordia
a questi miseri figli, affidi tutto lo strazio alla mia anima.
Tu venerato e adorato da "sciocchi"
tra i misteri insoluti,
mi lasci in un desolante avvilimento,io non ti credo!
Ho amore e pietà, per questi miei figli.
quando vanno a dissetarsi, sostano senza bere
per illudersi di placare l'arsura del male,
che corrode le loro viscere.
poi si adagiano e si lasciano morire.

Leopold Persidi Roma 20-08-2004

Volutamente

Disfarsene, scaricarli è facile
Basta abbandonarli.
E' una tragedia che aggrava le mie sofferenze
Ma rafforza il mio amore per loro.
Nessuna cosa mi distoglie
Anche se sono immerso in un mare di difficoltà.
Ogni giorno come il primo e il seguente
Lasciano questi piccoli esseri,
volutamente scacciati.
Allora è la pietà che vince e dolcemente li accolgo.
Eccoli! Sono in uno stato pietoso
Pieni di acciacchi e malanni.
Piangono, hanno bisogno di cure e di affetto;
mentre la società è cosi lontana dalla pietà,
il mio amore vince e li accoglie tutti in uno abbraccio.
Il mio cuore è colmo di gioia,
cosa mi serve tutto l'oro del mondo?
Sono in mezzo a loro,
sono commosso sino alle lacrime.
Fortunato me,che ho incontrato queste dolci creature,
non sapete ignari cosa perdete!
E' male per l'anima separarsi dal mondo,
e di non aver realizzato, un innocente desiderio.

Leopold Persidi Roma 12-0-2003

Dimenticati

Siate generosi buttate gigli a piene mani
Sulle tombe dei bambini.
"delicato verso di Virgilio"
E' giusto e doveroso!
Ma chi si ricorderà,
dei miei piccoli amici dimenticati?
Tra rovi,pietre di tufo ed erbacce.
E' solo mio il compito di piangerli
E a piene mani donare l'affetto,
che come un soffio puro e sincero
esce dal mio cuore.
Sono anche loro bambini.
Crescerà nelle loro misere tombe:
una bella di notte,un cardo
una malva,una margherita.
Sono i fiori della pietà,ciclici e spontanei,
ed è fiore per loro il mio cuore
che mai li dimentica.
Piange la mia anima
E per sino le cose che ci circondano,
si mostrano pietose.
Gli uccelli a capo chino non cantano più.
Regna la commozione,non c'è posto per il sorriso.

Leopold Persidi Roma. 08-08-2003

Chi Avrà Cura

Quando terminerò
il viaggio in questo mondo,
chi avrà cura di loro,dei miei piccoli?
E d'ora che sono ancora in viaggio,
chi si sta prendendo cura
di quelli che non conosco?
E' questa la mia grande pena
non poterli conoscere ed aiutarli.
Ma il mio amore li accoglie tutti
in un solo abbraccio
e li accompagna sino alla fine.
Dove loro andranno io sarò
e prenderò a mio carico,
tutto il loro dolore,tutte le loro sofferenze.
Si dolce sentimento senza pari
ricambiato dall'affetto incondizionato.
Si grande è la gioia
che riempie il mio cuore
e l'anima rimane incantata
da queste misteriose creature.
Chi siete spiriti gentili
che vi prendete cura di loro?
Oh sventura per quei poveri
che nessuno potrà mai portar conforto.
Oh fato che ti accanisci contro i miseri
che vivono di stenti, malati e senza affetto
portali via,non farli più soffrire.
Tale è la gioia vivere con loro
che sembra di essere in Paradiso.

Leopold Persidi Roma 08-08-2003

Accoglili

Accoglili, non respingerli, non buttarli via,
non fagli sentire un secondo abbandono;
povere creature sballottate,
affidate, adottate, di nuovo respinte
e poi lasciate per sempre.
È l'incoscienza, l'inciviltà dei più, privi d'amore,
che mettono queste sfortunate esistenze
in mano alla cattiva sorte, che va loro incontro
beffarda e senza pietà.
Alleata com'è di molti infelici umani
è lo scherno del male.
Allora è bene esistere per essere accanto
a questi compagni di vita misteriosi,
che silenziosi aspettano la loro fine
e toglierli, con tutto l'amore
dalle grinfie delle sofferenze.
Amateli date loro affetto incondizionato
fate in modo che riconquistano la fiducia
e sussurrategli che non tutto è perduto.
Stringeteli sul vostro cuore,così sentirete
la vostra anima più lieve che sospira,
e si libera dal peso degli affanni.
In un afflato di puri sentimenti
si compendiano gli affetti
in una fusione di sogno gioioso.
Dormire non svegliarsi
in questo mondo perduto
è più dolce morire in un abbraccio eterno.

Leopold Persidi Roma 08-03-2004.

Conoscerli

Voi siete l'alba,il tramonto,la luce
la verità,la speranza, la vita.
Voi siete tutto quel ch'io non sono.
Voi siete me, ed io cerco di essere voi.
Li ho amati prima di conoscerli
e ora che li conosco ancor di più.
Affine e simile a loro, prima ch'io nascessi,
ci aspettavamo,ci siamo incontrati
per non perderci ed affrontare,
le spregevoli vicende della vita.
Per le strade, per la campagna,
per gli anfratti
vado in cerca dei miei piccoli smarriti
ed incontro altre creature perdute.
Evidente nei loro corpi la paura,
i disagi,le piaghe,
le lacerazioni intime dell'abbandono
delle piccole anime che vagano
senza speranza.
Il cuor mio si stringe, si strazia
la mia anima rimane sconvolta,angosciata
atterrita da tanto orrore.
Inconsolato, resto con loro e piango
e dove più acuto è il dolore,
il mio cuore si scioglie.

Leopold Persidi Roma. 21-02-2004

Gioia e conforto

Io sono il vostro conforto
venite, abbracciate la mia gioia,
che cura e lenisce le vostre sofferenze.
Attorniatemi vi sfamerò, vi curerò
il mio cuore è sicuro rifugio per voi
miei piccoli amici.
Non vi sentirete più abbandonati,
la mia presenza è garanzia di coccole,
di sicurezza.
Non disperate vi sarò sempre vicino.
Portate con voi i vostri amici che non conosco
ditegli che c'è chi gli vuole bene.
Vi cerco,vi accolgo, vi aspetto!!!
Quando incontrate queste creature
guardate i loro occhi sofferenti,
che implorano: "Dio Dio mio
quando mi viene a prendere".
E loro pazienti aspettano
abituati come sono nei secoli
nella lunga contemplazione dell'eternità.

Leopold Persidi Roma 21-02-2004

Creature Perdute

Povere creature perdute,
fate ch'io riceva un vostro messaggio
e voi il mio,
fate in modo ch'io corra da voi
a portarvi il sospirato aiuto,
venite da me, che anelando aspetto.
Sarò per sempre vostro amico,
un'amicizia che va oltre la morte.
E' certezza il mio amore per voi,
che non vien meno,che non si consuma.
Il vostro affetto è beneficio per me
e ristoro per la mia anima.
Affini c'inebriamo immergendoci
nella contemplazione,non delle cose perdute,
ma per esserci ritrovati.in un abbraccio
fraterno d'intensi affetti.
L'amore, i puri sentimenti
come onde nell'etere partono, per porgere
sollievo alle afflizioni dei miei smarriti.
E' certo che l'anima mia piange non vederli,
la gioia mia non è completa,
mancano gli assenti.
A ritroso vado e piango i perduti miei figli,
le lacerazioni si accumulano, si amplificano,
sino ad intaccare la mia precaria felicità.
Consolarsi, disperarsi,sempre elevarsi,
in un sublime amore per loro.

Leopold Persidi Roma. 26-06-2004

Sventurati

Sventurati in miseria estrema,
perseguitati dalla sorte avversa;
soggetti alle ingiustizie, alle sciagure
costretti a mendicità, indesiderati,
tra tormenti fisici e "morali".
così si presentano,così è il loro aspetto
queste sono le condizioni degli infelici
votati alla morte laceri, sfiduciati,
poiché vana è la pietà di uomini sparuti.
Si presentano paurosi, umili, inermi,
bisognosi di cure d'affetto senza velleità,
ma vengono scacciati,respinti con violenza.
Che immensa pena vederli così.
Se siete capaci di seminare tanto dolore,
come non chiamarvi servi del demonio!
Come incantato, tra i misteri insoluti,
ho rubato un soffio di gioia a queste
anime sfortunate e sole, proiettate
da millenni verso la via della sofferenza.
Quando potremo avere consolazione
per le continue afflizioni, che a loro
impunemente con malvagità doniamo.
E' un mondo sporco dove le anime
si perdono senza speranza,una sconfitta,
una battaglia per una vita errata,
incline e prostata dallo sconforto,
una rotta senza scampo, senza amore.

Leopold Persidi Roma. 01-09-2004

Efriam

Piccolo gattino nero
non volevi esser posato
ma, morire sopra la mano del cuore.
Poi non contento, ti ho abbracciato
e ti ho messo sopra il mio petto.
Il cuor mio batteva quasi all'unisono
con il tuo piccolo cuoricino affannato,
volevi morire così;
come volessi sentire i battiti del cuore
della tua mamma.
Così ti acchetavi, quasi dormivi
nella lunga agonia.
Tutta la notte sul petto,
non volevi essere posato altrove;
solo al mattino quasi incosciente,
hai trovato riposo sulla poltrona.
Si respiravi ancora, senza lamento,
poiché dormivi.
se pur rapido batteva il tuo cuore
man mano affievolito, più lento cedeva,
ti consegnava al lungo sonno.

Leopold Persidi 06-07-2003

Appena nati

Sono due piccoli neonati,
la morte li sta ghermendo,
non posso fare niente per loro.
Non sentono neanche il mio affetto,
il mio dolore.
Si lamentano, si stanno spegnendo
lentamente.
Oh deleteria "entità" che ti appropri
Di due piccole vite appena sbocciate.
Hanno ancora gli occhi chiusi,
ma il pianto è così accorato,
da far fremere le membra.
Ingiusta "sorte", che così tanto ti accanisci
contro chi non ti ha mai offeso.
Dea di pochi fortunati.

Leopold Persidi Roma 03-06-2003

Commozioni

Molti di loro li prendo tra le mie braccia
li metto vicino al mio cuore per rassicurarli,
dolcemente si acchetano e prendono fiducia.
Come per incanto, si annullano tutte le sofferenze,
di avvenimenti drammatici, scontri  fisici e verbali,
lotte che non hanno mai fine; si fanno strada
commozioni intense vissute, che non hanno l'eguale.
Le lacerazioni dell'anima si saldano, deliziosamente
escono dall'inquieto e godono della gioia affine,
con queste perseguitate creature.
La felicità mi appartiene,
perché credo alla bellezza dei miei sogni;
Custode degli abbandoni, degli infelici, dei sventurati
Il mio cuore è grande, pieno d'amore, di pietà
in seno alla mia anima senza tempo,
che gioiosamente si eleva e respira.

Leopold Persidi Roma 02-05-2004

Il  Faro

Non sono voli della fantasia
ma espressioni e sentieri dell'anima.
E' solo un rifugio:
Fortunati coloro che approdano in questo sito.
Povere creature,
ch'è stata tolta da tempo la dignità;
qui trovano ristoro e amore
rinnovata fiducia verso l'uomo amico,
serenità e nuova speranza alla vita.
Qui non c'è diversità di specie
ma  una profonda affinità
di sentiti ed elevati affetti.
Qui non si esiste ma si vive!
Sino all'ultimo respiro, circondati d'amore
è la pietà che piange e li accompagna.
In questo luogo di carità si nobilita l'uomo
e in altri simili, altrove.
E' gioia grande accogliere i pellegrini smarriti.
C'è un fremito, un'ansia,
assidua è la preoccupazione
ma poi, è il cuor che vince tutte le avversità..
E' il Faro la luce della speranza
Dove beate sono le creature, che vi risiedono.

Leopold Persidi 08-10-2003

Sorte

Accanita, impietosa sempre ti mostri
verso questi miei piccoli amici.
Rapida come folgore ti abbatti,
contro questi poveri sventurati,
ratta, poi prendi e li porti via esamini.
Oh infelice esistenza che tutti ci accomuna,
veder loro gemere nella sofferenza,
porta via con loro l'anima che si strazia.
È come sentire piangere un bambino
immerso nel dolore e di non poter far nulla.
Vederli esalare l'ultimo respiro
e cercare invano di portar conforto,
sento di partire, morir con loro,così
sconvolto mi rattristo e poi
come tempesta mi placo;
non rimane che piangere.
Consolazione, non soffrono più,
dormono per sempre.
Dispregiata sorte maligna.

Leopold Persidi Roma 03-07-2003

Son venuto

Non so s'è stato scritto nel cielo,
o sono stato prescelto dal fato.
son venuto a lenire le sofferenze
di queste emarginate creature.
Vado elemosinando la pietà
per salvare questi infelici.
Soggiogato da elevati sentimenti
non vengo mai meno al mio operato di carità.
Sto esplorando le anime nei loro intimi segreti
e scopro una desolante miseria nei più.
L'umanità è avvolta in un sudario,
che ha impresso orrori e sangue.
E' il dolore che mi unisce agl'infelici
e mi porta lontano dagl'indegni,
procacciatori diabolici del male.
Cerco d'inondare di luce accecante
quelle cose che sono rimaste sempre in ombra
le coscienze ,invano sono già morte!
Non ricevo che offese e negazioni.
Provo sdegno, repulsione, poiché
maleficamente celate, nascoste,
preferiscono l'oblio e morire nel buio.
Se ci dovesse essere un paradiso, gl'infelici
li troveremo di là che ci aspettano.
altrimenti c'è stato soltanto l'inferno.
tanto valeva non nascere.

Leopold  Persidi  Roma 02-07-2004

Affascinanti

Li guardo negli occhi
e rimango estasiato a contemplarli,
affascinanti creature dagli occhi
penetranti,misteriosi.
Quando c'è quiete e dichiarata tregua,
li osservo:fa caldo, si abbandonano
al sonno in posizioni strane;sdraiati
di fianco o con la panzetta all'aria.
Raggomitolati quando è freddo,
si coprono gli occhi con le zampette
per non veder la luce.
Sono la mia consolazione,
ristoro per la mia anima, mai assuefatta
alla perdita,di ognuno, di questi poveri figli.
Ogni giorno si rinnovano gli affanni,
quando individui spietati senza senno,
mi coinvolgono e sconvolgono la mia vita.
Orde barbariche di vili,
che muovono contro e si preparano,
ignominiosamente all'assalto, mettendo
a dura prova la mia precaria esistenza.
E' la forza degli ignavi,degli abbietti,
dei volgari,degli zotici,tutti figli
della più grande delle miserie-l'ignoranza.
Io in questo scorcio di miseri anni
e  loro poveri figli nei millenni,
persistiamo ad affrontarla e combatterla.
Ahimè! Muoiono gl'ignoranti,
ma la squallida e spietata ignoranza rimane.

Leopold Persidi Roma 07-07-2004


Diseredati

Vivo tra disaggi perenni dello scempio
e senza scampo.
Venite a me voi che siete scacciati , diseredati,
disdettati,abbandonati,affamati,sofferenti
pieni di dolore, di piaghe, di paure,
soggetti a letali privazioni;
privi dell'affetto e dell'amore.
Venite e riposate in me,lieto
di accogliervi e di abbracciarvi.
Il mio cuore palpita nel vedervi,
nella mia anima,c'è posto per tutti,
poveri infelici;ed io felice,
perché sono con voi a consolarvi.
Forse percepite la gioia che divido con voi.
Allora come librarsi ci eleviamo
liberandoci dalle pene e dagli affanni,
che questo perverso mondo c'infligge.
Tormentate creature,martiri della sofferenza,
vorrei portarvi con me senza travagli
per non lasciarvi soli ad affrontare
disdicevoli incontri con l'orrore.
Vi prego dal vostro profondo mistero,
fate in modo di non nascere più.
Non voglio vedervi soffrire,
così partiamo tutti nel viaggio eterno,
per non più lasciarci. Dormire,
sognare,forse,gli uni accanto agli altri,
in misteriosi dì senza tempo;
svanire nel nulla,per non più tornare,
riposare,gioire senza dolore,senza affanni.

Leopold  Persidi  Roma.15-06-2004

Il Pianto

Avete mai sentito il pianto di queste povere creature,
assistito e visto gli spasimi?
Allora non potete rendervi conto
quale sia l'angoscia che vi attanaglia
e la tragedia che si vive.
Alcuni entrano in un palmo della mano
e vi lasciano l'impronta,
come cosa duratura e perenne.
Mi uccide il sonno,la triste compagna di tutti,
è sempre presente per portarseli via...
è un mondo di tragedia velato di sommesso pianto,
che puntualmente si rinnova e non ha fine.

Leopold Persidi Roma.12-07-2002

Martino *

Povero sfortunato figlio
la sorte non ti è stata benigna,
creatura della sofferenza...
dai spazi infiniti sei venuto
eri appena affacciato alla vita
e rapito dalla morte sei tornato.
L'inganno del fato ti ha strappato
alle coccole,agli affetti pieni d'amore
di chi ti avrebbe voluto bene...
Ti piango e soffro come mamma
poiché t'ho visto immerso nel dolore.

Leopold Persidi  Roma. 05-11-2004

*La tua mamma Rosaria

Perenne

Malgrado acerrime persecuzioni,
si protraie e si perpetua la specie.
Invitti, perenni,resistenti al dolore,
alle sofferenze elargite a profusione
da esseri,che hanno frequentato
e frequentano la scuola degli orrori.
Arcani,sanno dirti tutto o niente,
ma trasmettono con i loro occhi
malinconici "rapiti" e misteriosi,
i disaggi dei millenni.
Eleganti,flessuosi,rapidi,curiosi,
incauti,sospettosi;sempre pregni
di atavica paura.
Liberi,al tuo pari,non hanno padroni,
donano affetto incondizionato
senza lucrosi inganni,
se sicuri e protetti ronfano e dormono beati.
Malgrado le afflizioni in ogni tempo,
generate da mostri;ecco loro presentarsi
di un fitto mistero,ammantati
di un fluito impalpabile,
inestricabile fascino che avvince.

Leopold Persidi  Roma. 25-05-2004

Senza respiro

Travagliate paure notti insonni,
giorni inquieti; per vegliare su di loro.
Lotte infide e continue
contro coloro che hanno deposto il cuore
eleggendo a re la crudeltà.
Individui iniqui,
che dell'anima hanno avuto solo sentore
come qualcosa che a lor non appartiene.
Sciagura:
Angosciante visione di uomini perduti,
che non toccati dall'amor usano oltraggio.
C'è a chi il cuor si scioglie con tanto amore,
altri il cuor indurisce come creda cotta.
Povere creature in balia di tutto il male,
che l'uomo scellerato gli affligge.
Chi ne avrà cura,
che ne sarà di loro dopo di me?
Ora tutto è quasi quiete, si respira la pace.
E' sereno stare in mezzo a loro.
Scaricate su di me le vostre colpe,
le vostre frustrazioni;ma non lasciate
che questo piccolo mondo muoia.
Se non avete amor per loro,
si posi sui vostri cuori,la pietà,la carità
e lasciate che vivano.
Dio Dio mio! Non permettete
che strappino le ali alle farfalle.
Farò cose impossibili
in modo che gli altri mi credano.

Leopold Persidi  Roma. 30-05-2003

Piccolo

Quando ti portano un piccolo
Abbandonato, disperso,
non discutere! Accettalo subito!
Toglilo dalle mani incompetenti,
più delle volte mendaci e crudeli.
Prendilo tra le tue
Mettilo vicino al tuo cuore,
fagli sentire con le tue carezze
sicurezza, tranquillità.
Trasmetti il tuo affetto,
tutto il tuo amore,
donagli ristoro e conforto,
fai in modo che si abbandoni al sonno
con un sospiro di sollievo.
Hai lenito le sue paure, le sue sofferenze,
ma in te rimane trasfusa la gioia
e una forte emozione che ti fa piangere.
È la pietà per queste povere creature
che ti fa grande.
Riconsolati, lascia agli altri la meschinità.

Leopold Persidi  Roma. 15-12-2003

Raccolgo

Voi siete consolazione
e ristoro della mia anima.
Voi siete coloro che ho sempre amato.
E' l'amore, è la pietà, che mi spingono
senza indugio, a raccogliere per le strade
il dolore, le sofferenze di questi miei figli.
M'invade un tormento che mi distrugge,
e un'angoscia che mi annienta.
E' strage: Dilaniati da cani randagi,
avvelenati con topicida, bastonati,
investiti, seviziati da balordi,
soggetti  a supplizi e torture
da insane menti, delle messe nere.
Buttati giù,per sadismo dai piani alti delle case,
dopo avergli reciso i tendini degli arti;
scaraventati fuori delle macchine in corsa.
Azzoppati, accecati, fatti morire di fame,
di freddo, per incuria da malattie
doloranti e piagose, lasciati
con indifferenza senza pietà.
Smarrita umanità, società perversa
cosa ti aspetti!
Ho rabbia, disprezzo mentre piango
e non trovo consolazione.
Sto scrutando le anime malate
che rigurgitano soltanto orrore,
meschine miserie di esseri,che
non dovevano essere creati,
personificazione del male e degli obbrobri.
Anche se non ci sarò più, sarò presente
il giorno della vostra morte,
per scagliarvi tutto il mio disprezzo!
Tragedia infinita della vita.

Leopold Persidi  Roma. 17-06-2004

Galdino

Appena in tempo per portar via
i teneri fratellini da te,
allontanarli dalla contagiosa
e micidiale malattia che ti aveva colpito (Gastroenterite)
Innocente tra gli innocenti,
puro micino, forse, di un mese.
Rimasto solo, non un flebile lamento,
in silenzio senza un saluto,
senza dirmi addio te ne sei andato;
misero ti sei visto abbandonato,
in un momento degli addii eterni.
Non ero accanto a te, perché addolorato,
per la tua estrema condizione di dolore,
preoccupato per i tuoi fratellini,
che partivano per altri siti
incontro a diverso destino a te
repentino e senza pietà avverso.
Desolazione per la mia anima che piange,
non ancora assuefatta alla morte dei piccini,
non rassegnata all'affidamento forzato
degli altri piccoli verso una precaria salvezza.

Leopold Persidi Roma. 12-05-2005

Come un Giglio

Non si può dire di una luce che non si vede,
che non esista.
Ci sono stelle che si vedono ancora accese,
malgrado la loro luce sia spenta.
Altre che vedremo presto o tardi la luce,
che sono in viaggio.
Così ho visto nei tuoi occhi la tua anima sorridere,
con un'espressione d'intensa commozione.
Ho percepito un lieve segno di malinconia,
ma sempre pieno di dolce umanità.
Ho sentito vibrare la toccante armonia
di un amore comprensivo per i miseri.
Ho colto nel giardino dei miei pensieri,
la tua commovente dedizione e la promessa d'aiuto,
per coloro che vivono con gli animali.
È un sollievo per la mia anima in pena,
sempre riversa in difficili situazioni.
Hai dimostrato rispetto e pietà,
per le mie povere creature;
cos'io porgo, con il cuore, rispetto dignitoso a te,
come giglio che orna l'altare.

Leopold Persidi Roma. 12-12-2005

Poesie e scritti gattosi

Io esisto
di Ivo Rossi

Mi sforzo di capirti
e di farmi comprendere,
di dimostrarti
che apprezzo il tuo affetto,
di piacerti.
Non sempre ci riesco.
Tu mi coccoli,
mi alimenti,
mi assisti,
mi punisci
(talvolta ingiustamente)-
Guardami,
ti prego,
quando ti guardo
e quando cerco carezze.
Anch'io esisto,
ma non posso essere come te:
Sono solo un gatto.

Perché una è la sorte… ovvero: compianto per la morte di un micio
di Annapaola Laldi

"Perche' una e' la sorte per i figli dell'uomo e per le bestie -la morte".

E' perentorio Qohelet, uno dei libri piu' enigmatici della Bibbia, che nei versetti 19-21 insiste su questa perfetta uguaglianza tra umani e animali affermando ancora:

"Come muoiono queste muoiono quelli e in tutti e' un unico soffio vitale.
E non c'e' superiorita' dell'uomo sulla bestia perche' tutto e' vanita' (miseria/spreco).
Tutto va in un unico luogo: dalla polvere tutto viene e alla polvere tutto torna".

E la conclusione di questo passo e' una domanda per niente retorica:

"Chi sa se il soffio vitale dell'uomo sale in alto? E il soffio vitale della bestia scende in basso?".

Si', chi lo sa davvero? Chi puo' dirlo con cognizione di causa?

E cosi', in questa sospensione creata dal nostro radicale non sapere (ma anche dall'unica cosa certa che sappiamo, che, cioe', tutti dobbiamo morire), puo' trovarsi un posto per una autentica com-passione verso i nostri fratelli animali, compassione che sembra cosi' estranea al vissuto concreto delle tre religioni monoteiste abramitiche. Ma a questo punto si puo' andare ancora oltre: puo', cioe', farsi strada anche la fiducia che, se c'e' una resurrezione, essa riguardi non solo gli esseri umani, ma anche gli animali che con noi condividono il medesimo soffio vitale, la medesima capacita' di soffrire e la medesima sorte finale, la morte -e infine essa abbracci anche tutto, ma proprio tutto quello che c'e' al mondo. Sono posizioni gia' rappresentate da tempo all'estero (ho in mente Sull'immortalita' degli animali del teologo tedesco Eugen Drewermann e La fisica dell'immortalita' di Frank J. Tipler), posizioni che d'altronde non fanno altro che prendere sul serio, sul versante cristiano, la lettera ai Romani di Paolo, la' dove dice: "La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio (…) e nutre la speranza di essere pure lei liberata dalla schiavitu' della corruzione (…). Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto (…)" (Rm 8,19ss.).

Qui da noi, l'unica persona a me nota, che sviluppa una teologia degli animali, e, per sua stessa ammissione, crede nella immortalita'/resurrezione degli animali, e' Paolo De Benedetti, una persona di splendida umanita' e semplicita', che, dalla sua profonda conoscenza della Bibbia e della vasta sapienza della tradizione ebraica, da una parte, e dalla sua capacita' di mettersi in vera relazione con umani e animali, dall'altro, trae un motivo di originale riflessione: l'animale come l'innocente che soffre, "l'animale in quanto Giobbe, anzi piu' Giobbe del Giobbe biblico: perche' quest'ultimo ha avuto poi la sua ricompensa, mentre il mondo animale, in genere non la ottiene" (E l'asina disse…, p. 23). Ma non solo: per Paolo De Benedetti la sofferenza dell'animale ci interroga con piu' veemenza di quella del giusto umano, perche', mentre l'essere umano discende pur sempre da Adamo ed Eva, e quindi porta in se', come umano, la "colpa originale", l'animale no, l'animale e' veramente innocente: "…gli animali che non hanno voluto essere come Dio, che non hanno nella loro natura la capacita' della malizia, hanno seguito l'uomo nella sua rovina, e continuano a soffrire con lui e da lui, che essi tuttavia continuano a temere, venerare o amare, a seconda delle specie, come il loro Dio. E' un mistero che puo' parere piccolo e futile soltanto a chi pensa che il cristianesimo abbia pagato tutto il nostro debito verso gli animali con san Francesco d'Assisi" (ivi, p. 44s.). No, la sofferenza dell'animale non e' un problema marginale, anche perche' -afferma ancora De Benedetti- "ne va di mezzo Dio e la sua giustizia" (ivi, p. 24)
Alla sofferenza e alla morte dei suoi piccoli amici pennuti o a quattro zampe, alla gioia che gli hanno dato in vita e alla loro presenza umbratile che continua ad accompagnare i suoi passi, Paolo De Benedetti dedica righe commosse, indimenticabili, e insieme lievi. Fra di esse scelgo questo "compianto" che posso proporre qui per la cortesia della casa editrice Scheiwiller di Milano, a cui va il mio ringraziamento.

Per Dove sei
Ti avevamo chiamato Dove sei
perche' a questo appello tu venivi
e avevi scelto che fosse il tuo nome.
Ma ora non rispondi, e non sappiamo
dove sia la tua anima pensosa
di grande gatto, che scrutava il mondo
con ansia, confidando in pochi affetti
e fuggendo nel sonno. Forse Dio
ti ha detto: Dove sei? Perche' voleva
qualche cosa di morbido nel grembo,
fra tanti santi un poco soffocanti.
Ma ti ha rapito a noi, che nel tuo esserci
credevamo che al mondo pur ci fosse
qualche spiraglio ancor di paradiso,
e che il creato fosse 'molto buono'.
La morte e' amara, ma piu' amaro assai
e' vedere morire. Forse questo
potevi risparmiarcelo, Signore,
ancora un po'. Ora conserva l'anima
piccolina del nostro Dove sei
per quando arriveremo, e se tu puoi
consolala. Ma forse tu non puoi,
perche' la morte e' troppo anche per te.

La poesia e' tratta dal volume: Paolo De Benedetti, Nonsense e altro, Libri Scheiwiller, Milano 2002, p. 94.
http://www.librischeiwiller.it

Fonte: ADUC http://www.aduc.it/dyn/pulce/art/singolo.php?id=159379

Gatta Pilù
di Paola Camilloni, Nomi

PilùTi guardo e mi specchio
nei tuoi occhi screziati
color del sole e verde mare.
Accarezzo il tuo manto
morbido e lucente come seta,
nero come una notte senza stelle,
allora mi guardi sorniona
inarchi la schiena e alzi la coda,
strofini il muso sul mio viso
I tuoi baffi mi fanno solletico,
le tue fusa rallegrano il mio spirito
una pace dolce raggiunge il mio cuore.
Poi furtiva e senza preavviso
ti allontani con passo elegante
hai deciso che è ora di dormire.
E' la tua natura di felino
effusioni e carezze
a piccole dosi
intrigante ed individualista
se ti chiamo rispondi e corri veloce
perché, come al solito,
hai deciso che è ora di mangiare.

Paola Camilloni, Nomi

Ad un batuffolo di gioia
di Mariateresa Biasion Martinelli da "Pagine fra le Pagine" ...

Se siano
cristalli di roccia,
venati d'azzurro
o pezzi di cielo,
i tuoi occhi,
io non so …
Se con fili di seta,
o con batuffoli
rubati alle nuvole,
sia tessuto
il tuo manto,
io non so …
Se tu sia Sekmet,
la leonessa,
o Bastet,
la dea dell'amore,
io non so …
Se in te
sia rinato
qualcuno che mi amava,
o tu sia, semplicemente,
te stessa,
io non so …
Perché
mi consoli
e mi baci,
e ti accoccoli
vicino a me,
io non so …
So soltanto che mi accetti
come sono:
e questo è il solo,
vero,
modo di amare.
E qualcuno sostiene
che sei soltanto
una gatta,
ma io lo so …!

Purtroppo nel gennaio 2010 Pallina ci ha lasciati. Pubblichiamo qui le sue foto.

Il micio nero
gentilmente inviata da Marzia Detassis e tratta dal libro "C'è gatto e gatto" di Pinin Carpi.

…il sole appena nato
scivola tra la glicine splendente
dalla finestra aperta
in lunghi fili di lana dorata.

A un tratto su dal pergolato
arriva il micio e scivola lucente,
nero tra i fiori lilla della glicine...
Bello. Micio sei bello, troppo bello, troppo.

Sei caldo come la gola scura
di un camino dove cova la brace.
Sei buio come le viole vellutate
nascoste nella pace della notte.
Quando socchiudi gli occhi brillano due lumi
verdi come il sole nelle giungle profonde,
luci di grotte umide e stregate,
di antiche foreste, di brughiere
selvagge, di cacce notturne fra le liane,
tra i cespugli fruscianti e iridati
dove guizzano in silenzio le pantere.

Perché sei un gatto della giungla, rosso
come un incendio segreto
che è diventato nero per sparire nell'ombra e balzare
di notte leggero sul letto e ronfare
strisciando leggero il muso contro il mento
del bambino che dorme contento.

Bambino coi baffi
di Mara Rita D'Alessandro di Torino.

Ti guardo trepida.
la tenerezza incontenibile
incontra i tuoi lunghi occhi ovali.
Bambino coi baffi, tu parli
al mio cuore.
Bambino coi baffi
come te, se ti e’ dato ricordare,
come te sulla mia spalla fragile,
indifeso, oggi io mi sento
...bambino coi baffi...
le punte delle dita scivolano
in una carezza senza fine e tu...
tu mi guardi e, in un sussurro,
vorrei chiederti se
nel tuo corpo di gatto,
per sbaglio o per amore,
abita un bambino.
un bambino
che per gioco o per paura
si nasconde dietro i baffi,
e con gli occhi che si chiudono,
dolcemente, risponde al mio parlar d’amore.

Natalie
di Giuseppina Ranalli. Poesia dedicata alla gattina caduta nel tombino salvata a Natale, dai pompieri chiamati da Nicola.

Piccola amica
dal soffice manto di nuvola,
nei tuoi occhi di puma
abita l'innocenza
di una bimba serena
e sul tuo furbo musetto
vibrano ritti i baffi attenti.
Solo giochi di farfalla
ed esercizi circensi
riempiono le tue giornate.
Ma basta il mio sguardo sul tuo
per sentire gorgoglii d'amore
e tenere carezze sul corpo.
Basta un sorriso
per trovarti tra le braccia.
Il tuo buongiorno è il primo
di ogni mattina
e mi commuove
questo scambio di puro amore
denso di fiducia,
tra noi,
così diverse
eppure...
figlia e madre.